"La Danzatrice Bendata... a bordo di uno strampalato Idro-Volante" - Il LIBRO

La Giuria del Concorso Internazionale di Poesia "Gran Galà della Poesia", tenutosi a Milano nel 2014 con il Patrocinio della Regione Lombardia, ha premiato la mia poesia "Attesa di qualcosa di migliore" con una Menzione d'Onore ed inserendola in una Antologia che raccoglie le poesie premiate:

"La Danzatrice Bendata a bordo di uno strampalato Idro-Volante" costituisce

un profondo e denso viaggio introspettivo che, attraverso il raggiungimento della consapevolezza di sé, porta a vedere l'altro com'è realmente. 

Una raccolta di poesie introspettive molto profonde, scritte nell'arco degli anni.

 

Eccone i titoli dell'INDICE

 

- Preludio

- Il Primo Giorno dell’Unicorno

- Introduzione al Diario

- Attesa di qualcosa di migliore

- Aspettazione differita

- Lacrime dal cielo

- Miraggio nel Deserto del Cuore

- La caduta della Libellula

- Il fiore senza petali

- La Spina

- In-Visibile

- Impossibile

- Il prezzo della Danzatrice Bendata

- Il buco del cuore

- Singolarità Imperscrutabile

- Lode all’Autore di tutto il creato

- Lampi di benedizione

- L’eco di un attimo

- Sul Tradimento

- L’autunno che accende le foglie

- Fotografia

- Tracce di Paradiso

- Prefazione alla poesia: “L’invisibile tortura dell’amore mancato”

- L’invisibile tortura dell’amore mancato

- L’Introspezione

- Epilogo

 

Per un 'assaggio' delle poesie del libro... eccone di seguito due molto importanti; una recitata e l'altra scritta. 

"Attesa di Qualcosa di Migliore"




“L’invisibile tortura dell’amore mancato. (Incaprettamento Emotivo)”


Prefazione: 

Esistono ferite e traumi che non si vedono con gli occhi, ma solo col cuore.

Certe volte possono anche essere peggiori di quelli visibili.

 

Spesso l’incapacità di vederli, l’indifferenza e la superficialità altrui non fanno che aggravarli, anche involontariamente, come ad inciampare su un arto rotto.  

 

Si tratta delle ferite e dei traumi emotivi.

Con la minima poesia che seguirà, ho cercato di fare di una tragedia silenziosa qualcosa di sublime… per ridare dignità a quelli che ne sono ogni giorno defraudati, e voce e forma a chi, per mille ragioni, non viene né visto, né udito.

"L'Invisibile tortura dell'amore mancato. (Incaprettamento emotivo)"


Impossibile stare in piedi.

 

Giaci su di un fianco, riversa, legata,

mentre lotti per respirare

mentre piano preghi.

 

E la tua preghiera diviene come un fiore

che all’ alba si dischiude…

…mentre in essa, con un soffio, tutta ti riversi…

…mentre su di essa, aggrappata

come un leggero alato guerriero,

nell’ azzurro ti libri verso luoghi diversi

…e sciogliendo tutti i ‘legàmi’…

lontano… via te ne voli…

fino alla cima del più alto dei cieli

fino a sussurrare di persona all’ orecchio paziente di Colui che della preghiera

è il solo Uditore.

 

Solo Lui ti vede come davvero sei.


Immobilizzata.

 

Un primo invisibile laccio ti lega,

mani dietro alla schiena.

…Acuto dolore alla spalla sinistra

che quasi più non avverti,

…quella che porta il peso della sofferenza

e dell’ingiustizia.

Dal passato arti legati

con violento disprezzo e dolore

atrofizzano oggi

la tua capacità di ‘dare una mano’

…di provare l’amore...

…in un oscuro tentativo di estraniarti

dalla Fonte dell’Amore…

dal tuo legittimo Creatore…

per rovinare per sempre la tua capacità

di imitarlo nell’ Amore.

 

…Ma tu preghi…

Solo Lui ti vede come davvero sei.

 

Gambe piegate dietro alla schiena.

 

 

Un secondo invisibile laccio ti lega,

più spietato e vile dell’altro.

E’ quello che unisce il cappio intorno al collo

a quello intorno alle caviglie…

…e come una ‘D’ muta, sul pavimento buttata umile giaci…

…mentre durante lunghi interminabili istanti

scanditi solo dalla tua preghiera silenziosa,

con calcoli precisi

lotti per fare economia di aria e di polvere…

…e nutrire ancora una volta il tuo respiro.

E ogni milligrammo d’aria…

diviene prezioso più dell’oro.

 

Solo Lui ti vede come davvero sei.

Ogni ulteriore movimento peggiora

il tuo stato pietoso…

come il girare in gola, della morsa, una ghiera.

 

Ma gli spensierati passanti dallo sguardo corto, non possono nemmeno immaginare…

non cercano di vedere ‘il perché’,

la parte che non si vede di te

…guardano altrove…

 

…e così, sebbene posti loro davanti,

gli invisibili lacci che ti legano dalla testa ai piedi, a loro sfuggono tutti quanti.

E così, ai loro occhi… dalla loro diversa altezza

diventi qualcuno ‘senza equilibrio’…

che non sta in piedi… insicuro e senza certezza

e che in una posa assai poco dignitosa

secondo alcuni per giunta ‘si riposa’.

In un istante divieni un perdente…

di gestire te stesso giudicato: incompetente

…individuo ‘scomodo’ e assai poco interessante.

 

Solo Lui ti vede come davvero sei.

Eserciti pazienza

e nel mentre preghi di non muoverti ancora

per non aggravare la tua lenta tortura.

 

Forse la voce che ti esce

non è proprio quella che vorrebbero udire…

…ma anche col tuo più grande sforzo,

 ‘strozzate’ le parole non possono che uscire…

a singhiozzo… come in un singhiozzo,

perché filtrate con dolore

attraverso quel duro laccio del mancato amore.

 

E così, quelli dallo sguardo corto,

scambiando per pianto

ciò che invece è di vittoria sul ‘laccio’ un canto,

distratti camminano…

ed illudendosi su di te sempre più ‘inciampano’.

 

Chissà come sarebbe stata gradevole

la mia parola

se non avessi mai avuto quell’ invalidante

‘nodo alla gola’!

Tuttavia preferisco cento volte questo nodo

al ‘laccio’ dello sguardo corto

di chi non vede l’altro che a proprio modo.

Chissà quale deve essere l’effetto

di questa mia flebile voce

su coloro che ignorano

questa mia paralizzante gabbia atroce.

 

Solo Lui ti vede come davvero sei.

 

Un giorno feci un errore molto grande…

…provai con un filo di voce,

a descrivere a qualcuno la mia gabbia atroce…

ed insieme ad essa la mia dura lotta

 

per non elemosinare più l’amore

come facevo una volta,

per non soccombere a quel ‘laccio’

che da sempre mi ferisce

come una lama di ghiaccio…

affinché almeno da qualcuno in carne ed ossa potessi finalmente essere vista

non solo in questa mia palese infelice posa

ma anche nella sua evidente causa dolorosa… …una grande conquista.

 

Ma … solo Lui ti vede come davvero sei.

 

E così i porci si sono rivoltati

e mi hanno sbranato insieme alle perle

che avevo loro incautamente regalato.

 

…della mia gabbia hanno schernito…

…della mia piaga hanno calunniato…

…del mio discorso confidenziale

un teatro ne hanno fatto.

 

In un tale frangente, di un colpo allo stomaco

è stato l’equivalente.

 

E così,

 

per via di chi ancora una volta sbagliando

ho amato, e mi ha tradito,

questa scomoda posizione è peggiorata

e la tortura si è complicata

poiché su quel colpo basso

mi sarei d’istinto ‘chiusa a riccio’

se non fosse stato che me lo impediva

questo rigido laccio…

…con un nuovo dolore…

…mentre la fronte si imperlava di sudore…

…mentre la preghiera disperata fino a sera

saliva come grida del toro trafitto da lance…

…agonizzante nell’ultima sua corrida.

 

Con ancòra l’invisibile grande pazienza che porti

compisti lo sforzo estremo per controllare

il tuo naturale impulso a ‘spiegarti’,

così da impedire al cappio di stritolarti…

 

…e grazie alla potenza del Solo che non può

non vederti e non amarti,

sorprendentemente

 

riuscisti ancora una volta a non contrarti.

 

Solo Lui ti vede come davvero sei.

Solo Lui ti vede come davvero sei.

 

E’ scritto:

“...chi non ama il suo fratello, che ha visto,

non può amare Dio, che non ha visto.”

Ecco dunque scoperto il profondo limite

degli uomini dallo sguardo corto:

come potranno mai amarti

se sono incapaci davvero di vederti?

"L'invisibile tortura dell'amore mancato. (Incaprettamento emotivo)"

Copyright 2010 di Claudia Pellegrini nel volume "La Danzatrice Bendata... a bordo di uno strampalato Idro-Volante".

Diritti riservati.

E' vietato usare i contenuti di questa poesia (e della prefazione che la precede) senza l'autorizzazione dell'autrice Claudia Pellegrini.

Commento del dott. Carmine Correale alla poesia "l'invisibile tortura dell'amore mancato (incaprettamento emotivo)"

"Presumo che questi suoi significativi versi, nascono spontaneamente dalle sue ferventi idee creative di sorrisi e di gioia, in uno spazio visivo di sofferenze, patimenti e torture immaginarie, sicuramente coinvolta e un po' trascinata dalla fantasia creativa avvolgente, che a volte evapora dal profondo dell'animo oltre il limite dell'immaginario". Spesso succede anche a me che il pensiero si trasforma in una macchina di idee portentose che straripano da ogni parte e a stento riesco a porre un freno, catturando improvvisamente e arginando dei versi spontanei suggeriti dalla mente, che in quei momenti assorti, potrei scrivere qualunque assunto fantastico, senza nemmeno rendermi conto, o poterli controllare e prevedere. I versi di questa poesia della nostra amica artista Claudia Pellegrini, sono la prova lampante che la nostra ragione è una macchina straordinaria capace di stupirci in ogni momento della vita, trasportando il nostro poetare verso quel confine irreale, che non conosce limiti nella scrittura, specialmente quando si verificano degli sbalzi emotivi-creativi incontrollati dall'equilibrio psico-fisico e dalla mente. A mio avviso credo che ben pochi artisti è pensatori, sono in grado di eguagliare l'estro creativo artistico e poetico di Claudia Pellegrini e io sono riuscito ad intuirli, poiché anche a me accade la stessa cosa di scrivere e poetare in modo spontaneo ed istintivo." 

Dott. Carmine Correale (Poeta, scrittore e saggista)